mercoledì 20 febbraio 2013

Tre anni di Scrittori in Causa: un bilancio

In questa intervista su Il Malpensante facciamo il punto sul lavoro di Scrittori in Causa.
Riportiamo un breve stralcio:

È ancora possibile pubblicare nel nostro paese? Esistono cioè ancora buoni editori che si occupano di scoprire autori e pubblicarli, oppure dobbiamo dimenticare quell’idea di editoria?
Per fortuna esistono in Italia anche molti piccoli editori che lavorano sodo e professionalmente con e per gli autori. Editori che sopravvivono a stento di questi tempi, ma che preferirebbero chiudere i battenti piuttosto che aggirare gli autori o mettere sulle loro spalle il rischio imprenditoriale. Tra l'altro spesso i piccoli editori riconosciuti nell'ambiente editoriale come seri e attenti a chi e a cosa pubblicare, spesso vengono osservati da editori maggiori in cerca di novità. Insomma, una prima pubblicazione seria e dignitosa con un editore piccolo ma stimato è il piede giusto con cui provare ad accedere al mondo dell'editoria e a pubblicare, che non è e non può essere una certezza, non arrendiamoci quindi al primo pseudo-editore che ci chiede soldi per pubblicarci, ma andiamo avanti per la nostra strada e accettiamo come perfettamente normale e non drammatico il fatto che un editore degno di questo nome e disposto a pubblicare il nostro lavoro potremmo anche non trovarlo, perché nessuno è mai morto per non aver pubblicato e perché, come scriveva Simone De Beauvoir in Memorie d'una ragazza per bene: «La scrittura esige virtù scoraggianti, sforzi, pazienza; è un'attività solitaria in cui il pubbico esiste solo come speranza».