venerdì 6 aprile 2012

Sospeso il Festival dell'Inedito

Cronaca della fine

Grazie al primo agguerrito post di Chiara Beretta Mazzotta pubblicato su Bookblister il 27 marzo, cui hanno dato seguito dettagliate segnalazioni e ulteriori approfondimenti di numerosissimi blog (tra cui Scrittori in Causa) e siti letterari, si è diffuso un crescente, spontaneo e compatto fronte di opposizione al Festivaldell'Inedito, un progetto organizzato dalla Acciari Consulting che vantava partner e ospiti letterari prestigiosi, ma che è stato ritenuto dagli oppositori (moltissimi anche dai social nework) non solo eccessivamente esoso per chi si fosse iscritto (630 euro circa), ma anche palesemente ambiguo dal punto di vista comunicativo, presentandosi come un'operazione culturale aperta a tutti mentre si trattava di un'iniziativa a evidente scopo di lucro assimilabile a un'agenzia letteraria che fornisce servizi a pagamento, ma anche considerando le numerose contraddizioni tra l'accogliente e a tratti fuorviante presentazione sul sito e invece le numerose clausole capestro del Regolamento Generale del progetto.


2 aprile

L'opposizione confluisce in un appello ufficiale, presentato da Vanni Santoni, Giorgio Vasta, Alessandro Raveggi e Andrea Libero Carbone, all'attenzione del Comune di Firenze (patrocinatore del Festival), in cui si chiede al Comune, con precise motivazioni, di ritirare il patrocinio al Festival dell'Inedito.
L'appello, che da subito riscontra in rete una diffusione rapida e estesa a tutta Italia, raccoglie velocemente l'adesione di centinaia di persone, tra cui scrittori anche molto noti che hanno contribuito ad attirare l'attenzione della stampa, locale e poi nazionale, che ha cominciato finalmente a dare spazio alla vicenda.

A seguito della visibilità e della solidità della protesta, numerosi partner hanno cominciato a ritirare la loro partecipazione al festival (SIAE, Radio Tre, editori come Mondadori e RCS, diversi intellettuali coinvolti nell'organizzazione, fonte La Repubblica Toscana, vedi riquadro a sinistra), dichiarando che il progetto gli era stato presentato in termini diversi da quelli poi effettivamente riportati sul sito dell'evento, o che nell'invitarli a partecipare la Acciari Consulting non aveva precisato i costi che i partecipanti avrebbero dovuto sostenere.
Questo a nostro parere conferma pienamente le diffuse riserve sulla trasparenza del progetto: non solo dunque l'organizzazione del Festival ha utilizzato formule ambigue nel presentare il progetto al pubblico tramite il proprio sito, ma lo ha fatto anche in fase preliminare per convincere a partecipare i partner dei quali in seguito si è fatta scudo per garantire la serietà dell'operazione.


4 aprile

L'organizzazione del Festival, a seguito delle critiche raccolte, dopo due giorni di sospensione del sito, riapre al pubblico con un nuovo Regolamento Generale in cui risultano ridotti i costi di partecipazione per i partecipanti (Preiscrizione da 130 euro + IVA a 120 euro + IVA; iscrizione da 400 euro + IVA a 200 euro + IVA, per gli iscritti di età inferiore ai 25 anni la cifra si abbassa ulteriormente a 150 euro + IVA). Ma il resto del Regolamento è praticamente identico, compresa una clausola che mi era sfuggita alla prima lettura:

12.1. L’Organizzazione si riserva di apportare al presente Regolamento ed al Festival, in qualsiasi momento ed a suo insindacabile giudizio, ogni variazione che si rendesse necessaria od anche solo opportuna per la migliore riuscita del Festival, incluse, a titolo esemplificativo, la variazione della denominazione, delle modalità di svolgimento e di accesso del pubblico, delle date e delle sedi di svolgimento,  dei Tutor, dei membri della giuria, dei soggetti deputati alla preview e ai servizi di cui all’art. 6, del forum, dei premi e di ogni altro aspetto del Festival stesso.

In pratica ogni singola parola del regolamento (o aspetto del Festival), che i partecipanti accettano attraverso la preiscrizione e il pagamento della nuova quota, non vale assolutamente NIENTE, perché l'organizzazione si è riservata la facoltà di cambiare arbitrariamente qualunque cosa in qualunque momento. Il fatto che questa clausola sia piuttosto diffusa nei regolamenti di eventi di questo genere, non significa che sia giusta, significa solo quanto sia diffusa tra gli organizzatori di eventi l'abitudine a far passare per autotutela la pura e semplice arbitrarietà. Considerano una convenzione il chiederti di firmare un documento in cui potrebbe esserci scritta qualunque cosa, tanto possono cambiarlo, e accettare è come firmare in fondo a un foglio bianco.

La trasmissione Fahrenheit di Radio Tre, condotta da Loredana Lipperini, nel primo pomeriggio dà spazio a un confronto pubblico tra l'organizzatore del Festival, Alberto Acciari, e due dei promotori dell'appello al Comune di Firenze, Vanni Santoni e Giorgio Vasta.
Dal confronto emerge l'inadeguatezza delle risposte di Alberto Acciari. Alle opposizioni di Santoni e Vasta sulla non gratuità di un progetto che si definisce “libero, democratico e aperto a tutti”, e sull'ambiguità comunicativa al limite dell'ingannevole con cui il Festival viene presentato al pubblico finendo con il lucrare sul sogno di chi desidera pubblicare, Alberto Acciari risponde giustificando i prezzi di partecipazione con i costi altissimi di realizzazione di un Festival che non gode di finanziamenti pubblici e che fornisce servizi letterari a prezzi a suo parere competitivi, e sostenendo che l'azione culturale di talent scout del Festival è nobile proprio perché include chiunque, affermando: “Ho studiato che qualsiasi espressione sia espressa in scrittura sia letteratura”. Queste argomentazioni sono ingenue e inadeguate: non trovi sponsor sufficienti? Invece di far pesare i costi dell'operazione sui partecipanti, NON organizzi il festival. La mia lista della spesa è letteratura? Non sai di cosa stai parlando.


5 aprile

Il testimonial principale del Festival dell'Inedito, Antonio Scurati, abbandona il progetto pubblicamente, giustificando la sua scelta sul quotidiano La Repubblica con queste parole:

Per un punto d'onore, se mi si passa la parola desueta, perché il sospetto di voler lucrare sulle aspirazioni degli scrittori sommersi non lo posso tollerare.

La dichiarazione non convince: se questi sospetti fossero infondati, perché abbandonare il progetto? E se sono fondati, perché non dichiararlo e allontanarsene con forza e indignazione?
Continua Scurati:

All'inizio sapevo di un contributo d'iscrizione di 100 euro […] quando ho saputo che per la seconda fase del festival si parlava di altri 400 euro gli ho detto [ad Acciari, ndr] che così non funzionava. Se n'è convinto, tanto da abbassare i costi, ma intanto era partito un attacco violento e ideologicamente pregiudiziale.

Non ci risulta che qualcuno abbia dato fuoco alla sede della Acciari Consulting, né che siano state espresse argomentazioni pregiudiziali o “ideologiche” contro il Festival, al contrario: l'opposizione è stata sempre estremamente puntuale, da tutti i fronti, e si è espressa attraverso l'analisi di brani del regolamento del concorso e delle dichiarazioni degli organizzatori, ma soprattutto era direttamente legata a due questioni cruciali e molto precise: i costi di partecipazione e il marketing al limite dell'ingannevole.
Conclude Scurati, rispondendo alla domanda “Tutto finito?”:

Direi di sì, a meno che nell'incontro a Firenze – a cui, date le dimissioni, resto disponibilissimo -, non si trovi un'intesa con chi ha criticato il festival, e magari altri per portarlo avanti. Per spirito di servizio, ci parteciperei.

L'incontro a cui si riferisce Scurati è stato promosso da Cristina Giachi, assessore per l'Università e le Politiche giovanili del Comune di Firenze, ma i promotori dell'appello per il ritiro del patrocinio al Festival da parte del Comune, dichiarano di voler incontrare innanzitutto l'assessore, per discutere dell'incompatibilità di un organismo istituzionale (che dovrebbe sostenere iniziative realmente culturali e accessibili a tutti) con il patrocinio a un progetto a scopo di lucro, che si avvale di modalità comunicative ambigue e che di culturale sembra avere ben poco.

Il Comune di Firenze ritira il patrocinio al Festival, attraverso queste parole che l'assessore Giachi rivolge all'attenzione dell'organizzatore Alberto Acciari, riportate dall'edizione fiorentina del quotidiano La Repubblica:

Il precipitare delle polemiche e le defezioni crescenti dei partner culturali mi costringono a ritirare il patrocinio del Comune di Firenze al Festival dell’Inedito. Il nostro sostegno all’iniziativa, nella quale non smettiamo di vedere elementi di qualità e di novità, poggiava, come lei ben comprende e come ho avuto più volte occasione di dirle, su una tenuta culturale garantita dalla presenza di scrittori come Antonio Scurati, di partner editoriali e non come Mondadori, Rizzoli, SIAE, e di media partner come Tuttoliobri de La Stampa e Rai3.Il venir meno di queste adesioni priva l’iniziativa dei presupposti indispensabili a un suo riconoscimento come evento culturale importante per la città.

In risposta a questa dichiarazione riporto una considerazione di Manuele Vannucci di Intermezzi Editore, perché non saprei dirlo meglio:
Cioè se lo stesso festival, la stessa idea, con gli stessi meccanismi e con la stessa filosofia l'avessero organizzata una radio locale, il giornalino della scuola e il tipografo di Scandicci questo non sarebbe stato possibile riconoscerlo come un "evento culturale"? Ma stiamo scherzando? Da quando in qua è la fonte e non il contenuto a determinare l'appartenenza al genere del contenuto stesso?”.

L'assessore Giachi, alle 14:00, incontra presso il Comune di Firenze una nutrita delegazione dei promotori e dei firmatari fiorentini dell'appello al Comune. Io stessa partecipo all'incontro come rappresentante di Scrittori in Causa e (in quanto unica non fiorentina presente) della consistente parte di firmatari dell'appello da tutta Italia.
L'incontro comincia con diversi interventi da parte degli scrittori presenti, che sottolineano la responsabilità del Comune di Firenze di farsi portavoce di eventi e progetti seriamente validi per la cultura cittadina e non invece operazioni a scopo di lucro. L'assessore Genchi si dichiara disponibile a parlare e ad accogliere qualunque proposta, invitando i presenti a tenerla in considerazione per progetti culturali da loro promossi, ma continuando a ribadire (come nello stralcio di lettera riportato qui sopra) il suo interesse all'idea di fondo del Festival dell'Inedito e a giustificare la propria iniziale adesione al progetto con la garanzia dei partner prestigiosi e dello stesso Antonio Scurati.
A quel punto sono intervenuta e ho fatto presente all'assessore che:

- Non è ammissibile che un'amministrazione pubblica fornisca il proprio patrocinio a un progetto esclusivamente sulla base di affidabilità presunta o prestigio conclamato di chi vi collabora.

- Le defezioni a pioggia dei partner coinvolti con il Festival Dell'inedito sembrano dimostrare come non solo i potenziali iscritti al Festival ma anche moltissimi dei partner di prestigio, che all'assessore sono sembrati garanti della serietà dell'operazione, sono stati coinvolti nel progetto grazie a una presentazione discordante dai veri intenti del Festival e dalle sue modalità.

- Vengono meno i presupposti di serietà e professionalità che possano far considerare la Acciari Consulting come un interlocutore degno di fiducia.

L'assessore a questo punto, ammettendo di aver dato fiducia al progetto senza aver approfondito a sufficienza ma restando ferma sulla sua posizione per quanto riguarda “quello che c'è di buono invece” nell'idea di base del Festival, ha proposto un incontro pubblico tra i presenti, gli oppositori al Festival, e la Acciari Consulting, presso il Comune di Firenze in data da stabilirsi.


6 aprile

Sul sito del Festival dell'Inedito Alberto Acciari dichiara il festival sospeso con, tra le altre, queste parole:

Poiché ritengo che le contestazioni fatte manifestino un punto di vista, una cultura diversa da quella con cui ho inteso, da imprenditore amante della cultura e dell’arte, cercare di aiutare il settore...

Amante della cultura e dell'arte? Aiutare il settore? La mia opinione è che Acciari ha sbagliato su diversi fronti e neanche nel momento della resa, in cui annuncia la sospensione del festival, ha l'onestà intellettuale di ammetterlo: ha male interpretato (perché non lo conosce, nonostante ami la cultura e l'arte) il panorama letterario italiano, ha sottovalutato l'intelligenza degli esordienti e sopravvalutato il loro portafogli, ha cercato di sfruttare imprenditorialmente (presentandosi come benefattore culturale) i bisogni di chi sostiene di voler “aiutare”.

...e che queste contestazioni non permettano un sereno e proficuo prosieguo dell’organizzazione, ho deciso di sospenderla, in attesa di chiarire davvero se i cittadini di Firenze e non solo i firmatari della lettera appello, vogliono o non vogliono questo evento e quindi se localizzare ancora il Festival in questa città, e se sia giusto o meno chiedere a chi vuole promuovere se stesso (come un inedito che cerca attenzione) di partecipare almeno in piccola parte alle spese di questa promozione.

Vorrei far presente che frasi come “promuovere se stesso” e “partecipare almeno in piccola parte alle spese di questa promozione”, sono le tipiche argomentazioni con cui gli pseudo-editori a pagamento giustificano il loro lucrare sugli autori; e ricordare che durante la diretta radiofonica di cui sopra, alla domanda posta retoricamente da Acciari: “È così immorale chiedere un contributo agli autori?”, Giorgio Vasta aveva già risposto chiaramente, e senza retorica: “Sì”.
Ancora Acciari:

Difficilmente, e ho lavorato nella mia vita professionale con tante amministrazioni, ne ho trovata una così attenta alle novità e pronta ad incoraggiarle.

Così attenta che non ha neanche preteso di conoscere approfonditamente i costi e il regolamento del Festival prima di concedere il patrocinio.

Un caldo e affettuoso ringraziamento, poi, ad Antonio Scurati. Sia per il suo intelligente supporto, sia perché non meritava, e so quanto ad una persona sensibile come lui pesi, la polemica, ingiusta, in cui lo si è voluto trascinare.

Nessuno ha trascinato Antonio Scurati in questa vicenda penosa se non Scurati Stesso, che ha sposato il progetto sulla base di una valutazione superficiale e che, sostenendo pubblicamente la natura “democratica, orizzontale e aperta a tutti” di un Festival dai costi esorbitanti, ha offerto il fianco alle critiche, sacrosante, che del Festival hanno svelato la vera natura. È davvero ora di finirla di appellarsi all'accanimento mediatico e alla macchina del fango quando si viene criticati pubblicamente con solide motivazioni e non resterebbe che ammettere le proprie responsabilità e fare un onesto passo indietro.

E invece Acciari, ormai ben oltre il limite del grottesco, come se si rivolgesse a una platea di babbei e come se non fossero in ascolto i numerosi e attenti osservatori che lo hanno seguito passo per passo fino a questa ingloriosa conclusione, tenta ancora un'ultima, disperata, carta truccata:

Affinché questa fase di chiarimento non possa portare il minimo fastidio o disturbo a tutti gli Enti che ci sono stati accanto ho deciso di togliere i loro loghi dal sito e di rinunciare agli accordi in essere, affinché siano liberi di valutare ex novo se voler continuare a sostenere il Festival al momento della sua ripresa.

Secondo Acciari non sono i singoli partner e patrocinatori ad aver abbandonato la nave che affonda, no: sono stati il suo buonsenso rispettoso e la sua discrezione a rimuovere i loro loghi dal sito, così che abbiano la tranquillità necessaria a valutare se sostenere il Festival o meno. Certo.
Ma torniamo alla realtà. Per quanto riguarda invece i partner che ancora non avevano ritirato ufficialmente il patrocinio, non si può escludere che la decisione di rimuovere anche i loghi dei partner ancora vicini al progetto, non sia una mossa di marketing per anticipare ed evitare eventuali successive defezioni pubbliche.

A questo punto restiamo in attesa di capire se si concretizzerà questo incontro pubblico tra Acciari Consulting e oppositori promosso dal Comune di Firenze, al quale saremmo lieti che partecipasse il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, che figurava tra i garanti del Festival e che non mai ha preso parte al fragoroso dibattito nato intorno alla vicenda. Vi faremo sapere.

Concludo con una considerazione importante:

Prendendo spunto da quanto già accennato da Christian Raimo in un commento alla vicenda apparso su Minima&Moralia, vorrei soffermarmi sull'importanza e sul ruolo cruciale che in questa circostanza ha avuto la reazione rapida, spontanea, potente e molteplice a questo tentativo di lucrare sui desideri degli aspiranti scrittori. È un bellissimo segno di partecipazione viva al dibattito culturale, di attenzione intellettuale pronta a mobilitarsi, di capacità di unirsi e trasformare il proprio dissenso, la propria indignazione in un'azione collettiva, compatta ed efficace pur senza leader, che ha reso possibile addirittura la sospensione di un progetto patrocinato e sostenuto da enti istituzionali e partner prestigiosi.

I blog che hanno diffuso le informazioni sulla vicenda, i rilanci di link da un sito internet all'altro, il passaparola sui social network, le singole azioni ciascuno a seconda del proprio ruolo e delle proprie possibilità, l'appello degli scrittori fiorentini al Comune di Firenze perché ritirasse il patrocinio, le centinaia di firme e di adesioni raccolte contro il Festival non solo da Firenze ma da tutta Italia, dimostrano una salute culturale e intellettuale come non se ne vedevano da tempo in questo paese.

Quindi, a dispetto di chi si è arreso e si rassegna a considerare l'Italia esclusivamente come un paese di caproni manipolabili, vittime del luogo comune e della fascinazione dei poteri forti e del prestigio intoccabile dei grandi nomi, oggi abbiamo dimostrato che invece esiste e gode di ottima salute una realtà culturale florida e presente a se stessa, di cui fanno parte moltissime persone, gruppi di scrittori, blog, siti letterari, editori per i quali la cultura è una cosa seria e da salva-guardare, che sono capaci di unirsi e fare la differenza.

Ci auguriamo quindi che quello che è successo in questi giorni d'ora in poi faccia da monito, non solo per quanti hanno intenzione di organizzare eventi, festival, concorsi e/o progetti letterari di dubbia moralità, perché avvertano che non è più così semplice agire nell'indifferenza generale e quindi nell'impunità, ma anche per tutti coloro che lavorano con la scrittura e che sono invitati a partecipare come testimonial o collaboratori a qualunque tipo di iniziativa culturale, perché non accettino MAI di farne parte senza aver prima chiesto riscontri formali sulle modalità in cui la cosa è organizzata e sui costi per i destinatari del progetto.
Ora più che mai nessuno potrà più dire che non sapeva.

Grazie a tutti e tutte
Carolina Cutolo

N.B.
Data la vastità della materia e del numero di soggetti coinvolti, se avessi sbagliato o dimenticato riferimenti a persone o dettagli invece cruciali vi prego di scusarmi e di segnalarmelo, correggerò immediatamente. Grazie.