martedì 11 settembre 2012

Il festival dell'indebito

SE CI LEGGI E' GIORNALISMO. SE CI QUERELI E' SATIRA, è il sottotitolo di una bellissima rivista autoprodotta, piena zeppa di cose, che si intitola MAMMA!. Per l'ultimo numero, dal titolo "Primavera Italiana", il direttore, Giuliano Kanjano, mi ha chiesto un racconto satirico ispirato alla vicenda del Festival dell'Inedito che questo blog, insieme a moltissimi altri siti, blog, gruppi culturali, collettivi, singole persone, ha contribuito a far sospendere.

Invitando tutti voi ad abbonarvi a MAMMA! e a consentirle di continuare a esistere, pubblico di seguito il racconto che ho mandato a Kanjano e che è inserito nell'ultimo numero della rivista, la cui copertina è illustrata nientemeno che dalla grandissima MP5, e a cui hanno partecipato scrivendo o disegnando anche:

Alessandro Borbone, Alessia Sabatino, Andrea Bersani, Andrea Chronopoulos, Andrea Coccia, Andy Ventura, Anna Bellia, Arnald, Assia Petricelli e Sergio Riccardi, Carlo Giubitosa, Chiara Smacchi, Claudio Gianvincenzi, Dario Campagna, Demerzelev, Elena Ferrara, Ellekappa, Fabrizio Des Dorides, Flyfra, Frago, Gianpiero Caldarella, Giuseppe Lo Bocchinaro, Harumi Mat, Lo Scorpione, Lorenzo Iervolino, Lucio Villani, Malì Erotico, Marcella Brancaforte, Marco Pinna, Marco Tonus, Marco Trulli, Mario Gaudio, Mauro Biani, Maurizio Boscarol, Paolo Manganiello, Pino Scaccia, Riccardo Orioles, Roberto Ugolini, Sergio Nazzaro, Tabagista, Thierry Vissol, Toni Bruno, Vito Manolo Roma e Yukari Saito.

Vendere 300 copie di ogni numero permette alla rivista di sopravvivere e di realizzare il numero successivo, se questo vi piace e volete leggerne ancora e ancora: ABBONATEVI!
Ed ecco il mio raccontino sul festival letterario più discusso del 2012:


Il festival dell'indebito
Di Carolina Cutolo

Ero a un passo dalla gloria, dagli allori del successo, dal vedermi finalmente consacrato tra i mostri sacri della letteratura italiana. Avrei certamente ottenuto, grazie al mio mirabile esordio, tutti i riconoscimenti più prestigiosi: Campiello, Strega e perché no, anche l'ambitissimo Prize-On-Demand. Sarei stato osannato dalla pagina culturale del Sole 24 Ore, avrei troneggiato nella classifica dei libri più venduti del Corriere della Sera per mesi. I critici letterari più severi mi avrebbero salutato come la nuova voce che attendevano da sempre. Sarei stato tradotto il tutte le lingue, avrei vinto premi internazionali, cenato con Philip Roth e Paul Auster e sarei stato corteggiato dal Newyorker. Giornalisti di tutto il mondo mi avrebbero chiesto come ho fatto in così breve tempo ad influenzare i miei contemporanei tanto profondamente da strappare a David Foster Wallace la dichiarazione: “La storia della letteratura si divide in prima e dopo Nicolino Gandolfini”.
E invece niente. Per colpa di quattro stronzi di blogger.
Ero il favorito al Festival dell'Indebito, un progetto geniale che bastava pagare solo 600 euro per partecipare, invece di dover leccare il culo nel salotti letterari dei mafiosi di sinistra. Era patrocinato dal Comune di Firenze, città-culla della lingua italiana; i più stimati intellettuali della scena culturale nazionale avrebbero selezionato le opere in gara: impossibile non veder riconosciuto il mio valore. Inoltre il Festival era supportato dalle due più importanti case editrici italiane, che si sarebbero scannate per accaparrarsi un contratto di edizione con il sottoscritto. Cosa sono 600 euro di fronte a queste garanzie di un futuro letterario lastricato d'oro? NIENTE.
Illustrazione di Andrea Chronopoulos per il racconto Il festival dell'indebito

E invece ecco che quattro sfigati, incapaci di riconoscere la portata rivoluzionaria del Festival dell'Indebito, cominciano a gettare merda sull'intero progetto: iniziativa lucrosa, regolamento capestro, pubblicità ingannevole. Tutte illazioni frutto di invidia, è chiaro, perché da pezzenti falliti quali sono non potevano permettersi di pagare la quota d'iscrizione, e hanno ben visto di impedire ad altri, evidentemente più meritevoli, di ottenere quello che era loro precluso.

Decine di blog ingiuriosi hanno fatto la guerra a questa nobile iniziativa rimbalzando su internet alla velocità della luce, ci rendiamo conto? BLOG! La morte delle lettere! Spazi dove chiunque può pubblicare cazzate sgrammaticate e informazioni false come fossero oro colato. Se fossero già entrate in vigore la legge contro l'informazione in rete e le sacrosante multe a fare da deterrente, tutto questo non sarebbe successo. È proprio vero che in Italia, quanto più un disegno di legge è sensato, tanto più è difficile che passi.
E poi quella ridicola lettera al Comune di Firenze, stilata da quattro livorosi di scrivani fiorentini che meritano solo di vergare etichette di detersivi per l'eternità. In un paese normale sarebbero stati derisi. In un paese normale non avrebbero raccolto centinaia di firme di altrettanti babbei contro il primo progetto davvero democratico in un regime culturale governato dai raccomandati e sempre più in mano alle lobby di sinistra. In un paese normale il Comune di Firenze li avrebbe ignorati, come meritavano, invece di inginocchiarsi a un manipolo di illetterati, a un passaparola calunnioso degno di radioserva. Ecco a cosa ci hanno portati cinquant'anni di slogan populisti: all'invidia al potere.
Signor Presidente, scrivo a Lei perché è uno dei pochi che si rende conto del baratro nel quale stiamo precipitando. A causa di questo malcostume, di questo deplorevole regresso culturale, i vili ricatti immorali di quattro ignoranti incapaci di competere artisticamente, contano più del diritto ad accedere alla gloria letteraria per un talento, mi creda, indiscutibile, come quello del sottoscritto. E così il Festival dell'Indebito, questa incredibile opportunità che ho atteso per tutta la vita, è stato infine sospeso.
Signor Presidente (perché Lei sarà per sempre il MIO Presidente), Lei è la mia unica e ultima speranza, mi aiuti a realizzare il mio sogno, a vedermi finalmente riconosciuta la gloria letteraria che merito: qualunque sia la cifra che ritiene congrua perché io goda del Suo inestimabile appoggio non sarà mai sufficiente a sdebitarmi moralmente nei Suoi confronti, dunque non si faccia remore, e faccia di me un uomo felice di scambiare mero denaro con la certezza dell'immortalità.
Confido dunque in Lei, uno dei pochi, in questo paese di asini, ad aver capito che la cultura non ha prezzo.
Devotamente Suo,
Nicolino Gandolfini